Alle pendici della Linea Gustav, là dove rinacque l’esercito italiano (che assunse il nome di Corpo italiano di Liberazione) dopo la brutta pagina dell’armistizio con gli Alleati dell’8 settembre 1943 e del conseguente sbandamento completo del Paese e delle Forze armate, sorge uno dei complessi museali militari più importanti a livello europeo: si tratta del Museo internazionale delle guerre mondiali, sito in uno splendido edificio completamente restaurato nel centro di Rocchetta a Volturno.
Da anni, ormai, il Museo è una realtà consolidata nel settore, in virtù dell’ingente materiale militare in esposizione e della numerosa attività didattica e scientifica che persegue nel territorio e con le istituzioni. All’interno degli ampi ambienti del Migm, infatti, il visitatore può soffermarsi ad ammirare ben 10 sale dove sono esposti esclusivamente materiali storici originali: dalle divise dei vari eserciti combattenti, agli innumerevoli accessori bellici e, infine, alle armi di ogni foggia. Nella prima sala è dedicato largo spazio alle divise e al materiale bellico della Prima guerra mondiale, mentre nella seconda e nella terza trovano spazio numerose divise dell’esercito italiano degli anni Venti e Trenta, nonché della Seconda guerra mondiale, tra le quali le rare divise dei reparti sanitari. Al secondo piano del vasto edificio ci sono invece i reperti relativi agli eserciti Alleati: la sala Statunitense, quella Britannica (insieme ai corpi Canadese, Polacco, Neozelandese, Indiano) e quella Francese (con i corpi di Tunisia, Marocco e Algeria), e infine, nell’ultima sala, trova spazio la collezione delle divise dei reparti dell’esercito Tedesco, comprese quelle introvabili dei corpi della SA e delle SS; in quest’ultimo caso si tratta di una esposizione particolarmente significativa che attira numerosi visitatori, soprattutto dalla Germania, perché tale vecchio materiale militare delle forze armate nazionalsocialiste è interdetto dall’esposizione pubblica nel territorio tedesco. Attualmente, l’ultima sala a disposizione dell’intero edificio è riservata all’allestimento di alcune pagine significative della guerra e tali da rimanere come monito per le future generazioni: si tratta della ricostruzione di cimeli e divise relative ai deportati, agli internati militari, alla Resistenza partigiana e alle persecuzioni antiebraiche. Numerosi, a questo riguardo, sono stati i recenti lasciti degli eredi e delle famiglie di vittime civili e militari; basti qui soltanto ricordare una divisa di un soldato italiano internato dai tedeschi nel settembre del 1943 in Polonia e rimastagli sempre indosso, come unico vestito, fino alla sua liberazione, nel maggio 1945 e al rientro in Italia a guerra finita… Infine, sempre al piano superiore, trova ampio spazio la Sala armi, indubbiamente unica nel suo genere, tale da non avere esempi simili, dove sono custodite e blindate (per quanto tutte regolarmente disattivate e rese definitivamente inutilizzabili) oltre 200 tipologie di armi, dai fucili, ai mitragliatori, dalle pistole alle baionette. La Sala armi si caratterizza come la più fornita e più specializzata che ci sia oggi a disposizione degli studiosi e degli appassionati, con la presenza di numerosi pezzi rarissimi e addirittura di veri e propri pezzi unici (per esempio l’MP 40/1, un prototipo di cui sono oggi censiti soltanto 5 esemplari), che molti esperti vanno sovente a visionare e a studiare.
Nelle stanze attigue, inoltre, trovano spazio le divise, gli oggetti e il materiale dei corpi paramilitari, come le Camicie nere e la Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, le divise dei reparti italiani della Guerra di Spagna e della Repubblica sociale italiana, e una introvabile quanto unica divisa completa dei Vigili del fuoco militarizzati, che nel 1941 avrebbero dovuto partecipare all’occupazione dell’isola britannica di Malta, nonché la divisa di don Ulderico Salzano, vice comandante generale dei cappellani militari della Mvsn. Tutto l’edificio segue nella maniera più scrupolosa le attuali norme di sicurezza e di accessibilità, garantendo anche il facile ingresso, attraverso l’ascensore, alle persone disabili e con difficoltà motorie.
All’esterno dell’edificio, invece, trovano posto il materiale e i mezzi militari di maggiori dimensioni: vi sono già stati allestiti due splendidi hangar e altri tre sono in fase di realizzazione, dove fanno bella mostra molti mezzi meccanici, tra cui un rarissimo aeroplano statunitense dell’immediato intervento in guerra degli Usa (1941) (fig. 9), un camion del Regio esercito italiano della guerra d’Africa, diverse autovetture dell’Arma dei carabinieri, tre pezzi di artiglieria pesante. Ulteriori sono poi le particolarità e le peculiarità di molti altri pezzi in mostra (tra cui la motobomba FFF della Regia Aeronautica militare degli anni Trenta) e le tute dei piloti dell’aeronautica militare, che rendono la visita molto istruttiva e coinvolgente, immergendo gli appassionati e i visitatori in una dimensione affascinante e suggestiva, ma che al tempo stesso induce alla riflessione sulle pagine più difficili e nefaste che l’umanità intera abbia dovuto attraversare nel corso dell’ultimo lungo secolo.
Il Migm attualmente si è confermato come una delle realtà museali più visitate del Molise, con le sue numerose conferenze e convegni organizzati. Questo perché l’Associazione 1943- 1944 (presieduta dall’avvocato Duilio Vigliotti) e gli animatori del Museo (Johnny Capone e Filippo Sparacino, soci fondatori) hanno sempre perseguito l’obbiettivo di rendere il Museo stesso anche un centro studi e ricerche, attivo e propositivo nella società e nella cultura locale e nazionale. Oggetto di numerosissime visite dei giovani studenti delle scuole di ogni ordine e grado (scuole che ormai giungono al Museo anche dalle regioni meno vicine al Molise), meta di visita da parte di associazioni di ex combattenti, di reduci e di gruppi di appassionati delle categorie più disparate, il Migm sta adesso cercando di implementare e rendere fruibile agli studiosi anche la sua ricca biblioteca (tuttora in fase di ampliamento) e, soprattutto, la sua esclusiva emeroteca, che può già contare sulla presenza di riviste e giornali molto rari degli anni 1940-1945.
Da un punto di vista scientifico, inoltre, il Migm ha ottenuto, da cinque anni a questa parte, anche il patrocinio scientifico dell’Università degli Studi del Molise, e nella sua sala convegni si sono infatti tenute alcune giornate delle varie Summer School dei corsi di laurea in Scienze Politiche; e non solo, perché il Migm ha attivato anche la pubblicazione di una collana di studi storici, intitolata Pagine di Novecento molisano (con la casa editrice Volturnia, di cui sta uscendo adesso il terzo volume) nella quale trovano spazio proprio gli studi di dottorandi e di giovani ricercatori della stessa Università, sì da dare un impulso fattivo alla creazione e alla divulgazione della cultura molisana. Al riguardo prossimamente il Migm realizzerà, sempre per le belle edizioni di Tobia Paolone, una collana di volumi inerente agli studi inediti sul Molise e agli studi militari, con la quale si intende provare a dare maggiore visibilità a una realtà e a una regione che immeritatamente paga un certo dazio rispetto ad altre, che sono innegabilmente più avanti nella ricostruzione e nella divulgazione del proprio recente passato sia storico che culturale.
Tutto questo è stato possibile anche grazie ai rapporti di stima e di amicizia con altre importanti istituzioni culturali italiane, come per esempio la Società italiana di storia militare (Sism), presieduta da uno dei maggiori storici militari, il professore Virgilio Ilari, e l’Istituto per la Storia del Risorgimento, dei quali il Migm gode il patrocinio scientifico.
Ma un salto notevole è stato fatto grazie alla stretta e fattiva collaborazione con gli Uffici storici della varie forze armate italiane, in particolare con l’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito (per merito dei colonnelli Filippo Cappellano e Emilio Tirone), l’Ufficio Storico della Marina militare (per merito del comandante Leonardo Merlini) e l’Ufficio Storico dell’Aeronautica militare (per merito del comandante Luca Carapellese): grazie a questa importante sinergia, le prospettive di crescita del Museo appaiono ben consolidate e la realizzazione di altri importanti progetti sembra essersi incamminata verso obbiettivi piuttosto ambiziosi e meritevoli di attenzione. Del resto tutto questo è stato realizzato, occorre sottolinearlo con una certa enfasi, senza mai il minimo contributo da parte delle amministrazioni provinciale e regionale, avendo il Migm svolto la propria attività senza ricorrere mai ad alcun finanziamento pubblico, ma soltanto attraverso l’autofinanziamento e la partecipazione volontaria di amici, esperti, studiosi, docenti. Senza andare a ricordare i numerosi convegni e le molte presentazioni di libri svolte con costanza negli anni, basti qui ricordare l’ultimo importante convegno realizzato il 20 ottobre 2018, per verificare il livello qualitativo delle proposte scientifiche realizzate dal Migm: con la collaborazione dell’Ordine degli Avvocati e dell’Ordine dei Giornalisti della Regione Molise, è stato organizzato un convegno di rilevanza nazionale, intitolato Scienze forensi, criminologia e informazione, con la partecipazione di esperti internazionali del calibro del generale Romano Schiavi, dei dottori Marina Baldi e Rosa Maria Di Maggio, dei professori Gemma Marotta, Maria Ausilia Simonelli e Silvio Garofalo.
La crescita strutturale del Migm è in continua evoluzione e tale da rendere indispensabili, adesso, nuovi e maggiori spazi (anche in previsione dell’accordo con il Ministero per i Beni e le attività culturali che farà del Museo la sede per la conservazione delle armi antiche, tali cioè da non essere rese inattive per ragioni storiche), e procede di pari passo con la sua crescita scientifica e culturale, tale da rendere Rocchetta a Volturno e il Molise un polo di significativo interesse culturale nell’ambito delle scienze militari.
Fonte: ArcheoMolise N°33 – ANNO X – Articolo di GIUSEPPE PARDINI
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